Chi Sono

Mi chiamo Giulia Vescogni, sono Grafologa professionista, Educatrice del Gesto Grafico e Psicologa, e svolgo la mia attività professionale a Milano.
La mia curiosità per l’espressione individuale della scrittura mi ha portato ad avvicinarmi alla grafologia fin da giovanissima.
  Nel 2004 ho conseguito il diploma in questa disciplina presso l’Istituto di Grafologia Francese Arigraf, e sono diventata membro della Société Française de Graphologie (SFDG).   Dal 2005 sono socia dell’Associazione Grafologi Professionisti (AGP), dal 2006 sono specializzata in Perizia Grafica Giudiziaria, e successivamente ho conseguito la specializzazione in Rieducazione della scrittura diventando membro ANGRIS e AGI.
  ParlamiScrivendo nasce dall’entusiasmo per i risultati riscontrati da parte di coloro che negli anni mi hanno sottoposto le loro scritture con fiducia crescente verso il mio lavoro.   Certa dell’efficacia applicativa di questa disciplina, oggi utilizzo la grafologia nello studio cognitivo-temperamentale, nell’orientamento scolastico, universitario e professionale, nella selezione del personale e nel miglioramento delle abilità grafo-motorie, approcciandomi a ogni scrittura con grande passione e nel rispetto del Codice Deontologico Europeo e dei Grafologi Professionisti, a cui aderisco.
  Per informazioni e appuntamenti potete telefonare al numero 338 2425083 oppure scrivere a giulia.v976@gmail.com e sarete contattati al più presto.

Intervista a Giulia Vescogni su Uno Mattina

 

Per vedere il video dell'intervista a Giulia Vescogni su Uno Mattina del 1/06/2013, cliccate qui, fate partire il filmato e spostate il cursore direttamente al minuto 43.

Intervista a Giulia Vescogni su la Repubblica

Di seguito trovate il testo integrale dell'articolo de la Repubblica dedicato alla Grafologia nella Selezione delle Risorse Umane.  

 

Il tratto che cambia la vita.  "Mostrami la tua grafia e ti dirò cosa diventerai" 

 

ROMA - Quella grafia arrotondata e morbida, arruffata o microscopica inconsapevolmente racconta di noi più di mille parole. E quel tratto spigoloso simile al carattere o l' abitudine a scrivere sul foglio fino al margine destro, segno di tenacia, a volte possono cambiare la vita. Segnare la differenza tra un' assunzione e un' occasione persa. L' analisi della scrittura, la grafologia, la usava il grande Olivetti per scegliere i suoi uomini. E lo stesso Franco Tatò, storico manager, ha raccontato di essere stato assunto alla Olivetti probabilmente anche grazie a quel test, allora innovativo, che scrutava la sua grafia per leggere tra le pieghe del suo carattere. Storia di ieri, ma sempre più attuale. In questi tempi di crisi, in cui non si può sbagliare un' assunzione, cresce il numero delle persone che vengono scelte anche con questa analisi. Usata in Francia nel 50 per cento dei casi e nel 24 per cento dei colloqui di lavoro in Olanda, mentre in Italia siamo ufficialmente al 6 per cento. Numeri bassi, «perché molte imprese non lo ammettono ufficialmente, quasi fosse una stregoneria e non una scienza umanistica», dicono diversi esperti grafologi chiamati a consulto abitualmente da piccole e grandi aziende in cerca di assunzioni o in via di ristrutturazione, da cacciatori di teste e direttori del personale. Così, spesso in silenzio, cresce il numero di banche e aziende che usano anche la grafologia. Per scegliere «la persona giusta al posto giusto. Perché l' osservazione del tratto, del movimento e della forma di lettere e parole, così come della distanza tra loro, ci dice se uno ha uno spirito da leader o da gregario, se lavora bene in team ed è un mediatore. Perché il modo in c u i noi occupiamo lo spazio con la scrittura è il segno di come il nostro io si esplica nel mondo». Giulia Vescogni, grafologa e rieducatrice della scrittura ne è convinta come Paola Mainoni, autrice di Leggere la scrittura: «Gli uomini sono esseri complicati, diversi, e la scrittura è come un' impronta digitale, unica, e cambia nel tempo con te». E dalle letture dei test grafici di Giulia Fioruzzi, che ha lavorato per gruppi bancari e aziende e cliniche private, escono storie di manager scelti per la grafia tonda, sciolta e allargata, a significare affidabilitàe lato umano sviluppato. E quasi tutti con una scrittura che raggiungeva il margine destro del foglio, sinonimo di determinazione e tenacia. Perché il segno sulla carta racconta tutto di noi e secondo gli esperti, analizzarlo aiuta a trovare la propria strada, a scegliere gli studi più adatti, a valorizzare le qualità. «Ristrutturando il settore commerciale di un' azienda mi è capitato di spostare gente che era stata messa nel posto sbagliato dove non poteva esprimere al meglio le sue potenzialità. Una soddisfazione per me, un miglioramento per loro e un guadagno per l' azienda. Da dicembre Giulia Vescogni, che ha lavorato con multinazionali e gruppi bancari, ha valutato 182 storie professionali e per raccontare le persone usa griglie di lavoro con più di 30 voci tratte dai segni. Perché non basta un singolo tratto, o la sola valutazione dell' inclinazione della scrittura, per capire le mille sfumature della personalità. Basti pensare che la distanza tra le parole è quella che mettiamo tra noi e gli altri, le spigolosità o morbidezze del tratto spesso sono simili a quelle del carattere. Grafia come segno che cambia la vita, come strada per conoscersi, come via di svolta. Come racconta Roberta Cresto Gambarova, perito del tribunale, grafologa appassionata con la voglia di aiutare chi non trova la sua strada, chi si sente perso o buttato via. Perché in quelle lettere affastellate, tra le righe c' è la nostra anima e saperle leggere è un po' un' analisi. «Ed è stata una gioia vedere in sei mesi una decina di liberi professionisti, che erano finiti disoccupati, ritrovare un lavoro, e anche più adatto a loro. Dopo essersi fatti fare un' analisi della scrittura, un quadro personale, hanno visto per la prima volta i loro punti di forza, debolezze che non si riconoscevano. Ci hanno lavorato». È cambiata la loro vita. E anche la loro scrittura.

Caterina Pasolini

28 maggio 2013

  Articolo originale da La Repubblica Articolo originale da La Repubblica [908 Kb]

Intervista a Giulia Vescogni sul Corriere della Sera

Di seguito trovate il testo integrale dell'articolo pubblicato sul Corriere della Sera dedicato alla Grafologia delle Risorse Umane.

 

 I nuovi colloqui tra grafologia 

 e test psicologici   

  

Napoleone Bonaparte sarebbe stato un manager d’assalto. Di quelli spigolosi, orientati all’obiettivo,   dotati di grande tenacia ma certo, molto poco interlocutori. Coco Chanel in un’azienda di oggi, sarebbe  stata una manager leader, di quelle dinamiche ma troppo poco flessibili, autoritaria. Non sarebbe mai tornata sui suoi passi, creando non poche difficoltà all’ambiente di lavoro. 

Riconoscere un manager dalla scrittura, ovvero la grafologia come strumento di selezione del personale. Dalla Francia, all’Olanda, dal Regno Unito al Belgio, lo studio della calligrafia è sempre più utilizzato nell’ambito della selezione dei manager. Soprattutto di questi tempi: le aziende non possono permettersi errori nella scelta dei ruoli chiave. E così, oltre ai colloqui, test di gruppo e business game, si sta diffondendo sempre più l’analisi grafologica (e psicologica) per individuare le caratteristiche dei candidati. E, ovvio, scegliere il migliore. 

In Francia, secondo alcune stime, lo fa il 93% delle aziende, in Olanda il 24%. E da noi? «L’Italia, come sempre, arriva in ritardo -  spiega Giulia Vescogni, grafologa professionista che si è divertita con il Corriere ad analizzare le scritture di alcuni personaggi del passato - ma qualcosa si sta muovendo soprattutto in ambito selezione. Il motivo è semplice, con l’analisi della scrittura riduciamo l’errore nel processo selettivo e riusciamo a capire le potenzialità dello scrivente. Come si comporta in team, quali le debolezze e i suoi punti di forza, l’energia, il problem solving, la concretezza e il decisionismo». Ecco allora che a scendere in campo, nell’utilizzo della grafologia, sono soprattutto le società di selezione, che propongo il test alle aziende in cerca dei candidati ideali. «I pregiudizi delle imprese italiane sono ancora tanti - puntualizza Diego Malerba, direttore formazione comportamentale, Sales e Marketing Cegos Italia - ma appena provano questo strumento, cambia tutto. Anche quella concezione assurda che più che una scienza, la grafologia è alla stregua dell’oroscopo». 

E se non dovesse bastare, oltre all’analisi della scrittura, i cacciatori di teste propongono anche test comportamentali che aiutano a capire le aree di forza e di miglioramento del candidato. Si tratta del persprofile, test a domanda multipla ma con radici nelle teorie di Jung e Marston. Si analizzano la sicurezza, l’empatia, la socievolezza, la leadership, il metodo e la razionalità del candidato. Un vero e proprio specchio del comportamento. Provare per credere. 

Corinna De Cesare
22 luglio 2011